Troppe aggressioni, al via corso di difesa personale per medici
Un corso di difesa personale per medici di guardia. Lo organizza il sindacato Snami a Pavia ogni venerdì nella sede dell'ordine: due ore per quattro lezioni il 23 febbraio e poi il 2, il 9 e il 16 marzo. Otto ore per imparare i fondamentali, non a "menare" un malintenzionato o un paziente in escandescenze, ma unicamente a mettersi in sicurezza, allontanandosi il prima possibile. «Viste le aggressioni, frequenti e verso medici sempre meno protetti, abbiamo deciso di realizzare questo corso che per gli iscritti è gratuito», spiega Salvatore Santacroce presidente Snami Pavia. «Insegnare al collega e soprattutto alle colleghe (si stanno iscrivendo in maggioranza donne) a difendersi non vuol dire in alcun modo che all'Agenzia di tutela sanitaria, l'ex Asl, non competa garantire la massima sicurezza delle sedi e del lavoro del medico di continuità assistenziale; al contrario, è una competenza basilare.
Ma noi intendiamo dare un valore aggiunto con un corso strutturato, con un judoka, una psicologa e un esponente delle forze dell'ordine, che risponde a esigenze concrete dei nostri colleghi». Le quattro lezioni coprono tutte le principali problematiche su cui si appuntano le apprensioni, e non solo del medico ma di chiunque lavori di notte in giro per città e campagne: la prima analizza i punti vitali e offre i primi cenni di autodifesa, la seconda passa in rassegna le tipologie più frequenti di aggressione, la terza con l'ispettore di polizia insegna ad analizzare la scena e a prevedere ciò che potrebbe avvenire, la quarta insegna il controllo delle emozioni, come mantenere la calma. Ogni seconda parte sarà dedicata all'apprendimento di tecniche di autodifesa.
«Lavoro in guardia medica da un anno e mezzo, ho vissuto situazioni in cui ci si sente soli e a disagio. Un esempio? La paziente tossicodipendente che mi ha tenuta chiusa in casa sua per due ore; mi confronto soprattutto con colleghe e condividiamo l'ansia verso elementi del nostro quotidiano come l'andare da sole di notte in case di campagna dove vivono uomini soli, ma anche le crisi improvvise di pazienti con problemi psichici o di dipendenza. Quando la porta ti si chiude alle spalle e non puoi uscire, che fai?», si domanda Valentina Nava, medico tirocinante e allieva del corso. «Sembra di essere in guerra ed è assurdo».
«E' un corso molto indirizzato alle donne. Parte dal presupposto che siano svantaggiate dalla differenza di forza fisica», dice Massimo Delle Donne insegnante di judo e ju-jitsu. «In otto ore totali non possiamo illustrare cento tecniche ciascuna una volta sola; ne insegniamo "poche ma buone", e soprattutto indichiamo come utilizzare tempo e occhio per mettersi in salvo,come prendere coscienza di un pericolo. Analizzeremo le situazioni più frequenti: saper riconoscere la possibilità di aggressione, poter essere armati in modo efficace anche solo di una biro -in pugno - e sfruttare secondi che potrebbero essere decisivi prestando attenzione a dettagli, facendosi trovare preparati alle sorprese. Puntiamo a poche cose che si ricordano, e ad abbozzare un abito mentale che poi potrà svilupparsi ulteriormente, ad esempio frequentando un'arte marziale con disciplina».
Marco Malagutti